PROLOGO

 

 

 

Denver Venerdì 20 settembre ore 21:15
Bosco di Roxborough Park

 

 

 

C'erano almeno due automobili della polizia, quattro fuoristrada, una camionetta dei vigili del fuoco e due ambulanze, parcheggiate alla meglio sul terreno bagnato dalla pioggia autunnale. L'inverno non era ancora alle porte ma la tempesta imperversava sulla città da qualche giorno.

 

I mezzi sostavano sparpagliati sull'erba ma non erano lì per controllare il livello del fiume o qualche calamità naturale. Ciò che aveva portato quelle persone a starsene nel bosco durante un maledetto temporale era il corpo.

 

Martin Jamison mancava da casa da ormai una settimana ed era quasi irriconoscibile: sembrava essere stato pestato a lungo, tumefatto in più punti. La calotta cranica, intera per metà, era priva dell'osso occipitale e il suo cervello si era perso chissà dove nell'erba. Indossava la giacchetta dei Denver Nuggets, intrisa a tal punto di sangue e sporcizia da rendere i colori blu, bianco e oro una macchia confusa. Infine, gli orli dei jeans recavano i segni di piccole bruciature.

 

Era lui di sicuro, aveva sentenziato lo sceriffo Dawson, dopo una rapida occhiata alla foto datagli dalla madre del ragazzo per denunciarne la scomparsa. Ed eccolo lì, il pupillo del liceo, il ragazzo che aveva voti stratosferici e che deteneva il record di tiri da tre punti ai campionati delle scuole. Alto, muscoloso, agile, prima. Rigido, fermo e morto, adesso.

 

Arrivarono quelli della scientifica a scattare foto, cercare tra i fili d'erba qualche indizio e ad esaminare le tracce sul cadavere. Poi arrivò la cassa di acciaio, quella straordinariamente claustrofobica dove chiudevano chi aveva ormai oltrepassato il Ponte. All'una in punto Martin Jamison era nella cassa diretto all'obitorio per essere formalmente riconosciuto dai genitori, lasciando la polizia con un mucchio di interrogativi e regalando ai cittadini di Denver qualcosa di cui parlare a colazione.

 

Forse erano state la pioggia e le poche informazioni riferite dai genitori a rallentare il ritrovamento nonostante le ricerche assidue della polizia, o forse era stato il fatto che Martin, in realtà, non mancava a nessuno.