14/08/2018-14/09/2018

Certe volte ci facciamo sfuggire delle occasioni. E non sto parlando di opportunità lavorative o di studi, né di qualcuno che si potrebbe incontrare o di grandi affari. Sto parlando della possibilità di donare un abbraccio a qualcuno a cui vorremmo donare noi stessi. Perché capita spesso che non si riesca a lasciarsi andare, ad esprimere i propri sentimenti, per paura o per orgoglio. Ed ecco che un gesto così semplice, come un abbraccio diventa un ostacolo insormontabile. Viviamo in una società in cui è più facile donare un bacio e farsi una foto, piuttosto che aprire davvero il cuore a qualcuno.

 Iniziare, proseguire, terminare. Ecco cosa ci interessa. Corriamo per raggiungere la meta e non ci interessa di cosa resta indietro. Saremmo pronti a sacrificare anche l’ultima parte di noi stessi pur di ottenere quel risultato che tanto vorremmo. Non lo chiamerei egoismo, perché, a questo punto, non esistiamo nemmeno più noi, esiste solo quello che vogliamo. Non siamo nulla e non ce ne rendiamo nemmeno conto. Schiavi dell’autoaffermazione.

 Anche se, a dirla tutta, esistono ancora quelle persone in grado di lasciare tutto da parte e regalare quell’unico, grande, sincero sorriso. Una curva precisa delle labbra che racchiude la loro essenza. Sempre più rare, le prime a sparire nel nulla, inghiottite dal destino.

 Ostentiamo. È questo che siamo. È questo che doniamo. Ostentiamo oppure ci nascondiamo, in fondo non vedo molta differenza, ma c’è una conseguenza a tutto questo:

 

 

 Mancanza di emozioni. Ed è per questo che ci restano impresse quelle persone che invece vivono con tutti i sentimenti possibili. Che anche se sono nervose non ti negano un sorriso, che anche se le conosci appena, quando se ne vanno, mancano come se le conoscessi da una vita.

 Abbastanza soli da sentirsi niente. Ma cosi tanti da creare un tutto. Siamo così, noi rimasti qui, senza emozioni e senza sorrisi. Ed è così irreale che più passa il tempo e meno lo si crede. Più trascorrono i giorni, più stiamo lì sulla porta ad aspettare, a controllare chi entra, a cercarti nel mezzo.

 Ripensare. È l’unica cosa che ci aiuta a realizzare, a comprendere, ma non ad accettare. Ricordiamo quello che è stato, senza pensare a quello che sarebbe potuto essere, perché è importante non rendere il dolore artificiale.

 Ti stiamo ancora aspettando. So che è stupido, so che non arriverai, ma è così. Nessuno di noi lo dice, ma so che aspettiamo ancora. È difficile dire addio a qualcuno, ma è inaccettabile lasciar andare via qualcuno che non abbiamo salutato.

 Andare via fa male, sia per chi va che per chi resta. Ma è con un sorriso che voglio ripensarti, perché in quel poco tempo è questo che mi hai sempre donato. Le parole si sprecano in questi casi, ma so che quel che uno prova è dentro e a volte non si può tirare fuori, perché ci sforzeremmo e forzeremmo noi stessi. Ho deciso di tenerti con me per come ti ricordo, di ricordarti in ogni sorriso che donerò a qualcuno, sperando che possa trasparire la stessa sincerità ed allegria che riuscivi a metterci tu.

 

 

 

Genova 14/08/2018-14/09/2018

 

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